Servizi

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Effettuo servizi di Terapia individuale e di gruppo, counseling, formazione, riabilitazione e sostegno psicologico rivolti alla persona, alla coppia, alla famiglia e ai gruppi.
Sono esperta in tecniche psicoterapiche e linguaggi artistico-espressivi finalizzati alla crescita personale quali Psicodramma e Sociodramma Moreniani, Teatroterapia, metodi attivi.

"J. L. Moreno, psichiatra e pioniere nel campo dei processi di gruppo, ha scoperto negli anni ‘20 l’importanza e l’efficacia per la persona della rappresentazione scenica (volgarmente nella teatralizzazione) di ciò che ella vive, ha vissuto, desidererebbe vivere, avrebbe desiderato vivere, etc. Tale messa in scena permette di avviare, in un contesto protetto e rassicurante, un dialogo attivo e costruttivo fra i diversi aspetti della propria vita. Con lo Psicodramma la persona è messa in condizione di (ri)sperimentare delle situazioni piuttosto che di raccontarle e può parlare con le diverse parti di sé e con le diverse persone della propria vita, piuttosto che parlare di esse. La persona giunge così ad un più alto livello di coscienza di sé e di fiducia, e può accedere a modi più spontanei, creativi e funzionali nella relazione con se stesso e con gli altri. Per Moreno la Spontaneità è: "rispondere in modo adeguato alle situazioni nuove o in modo nuovo alle situazioni già conosciute"

La Spontaneità si definisce come possibilità caratteristica dell'individuo di avere sentimenti e comportamenti in armonia con le proprie tendenze naturali. Spontaneità e psicopatologia sono inversamente collegate: se la prima diminuisce o scompare, la seconda insorge e aumenta. La Creatività permette che la tendenza naturale (Spontaneità) diventi azione concreta. Moreno chiama fattore S-C (Spontaneità-Creatività) l'elemento chiave che misura l'espansione soddisfacente dell'individuo e la sua relazione con l'altro. 
Sul palcoscenico psicodrammatico... "è possibile la scoperta dell'uomo spontaneo, ossia della natura spontanea e creativa dell'esistenza".

In uno Psicodramma la persona impegnata nella ricerca di sé (protagonista) trova il sostegno di:
* un conduttore di psicodramma, il professionista qualificato che facilita il processo;
* un gruppo di persone che creano l’ambiente adatto alla messa in scena dei ruoli richiesti dalla rappresentazione;
* uno spazio d’azione nel quale si sviluppa la messa in scena;
* la messa in azione, stimolata dallo psicodrammatista.
Lo Psicodramma può essere di tipo terapeutico, ossia a teso a risolvere determinate problematiche personali o di tipo formativo, ad es. un gruppo di insegnanti volto a migliorare i rapporti tra loro, il resto del personale e gli allievi. 
 
Il Sociodramma (il cui inventore e precursore è sempre Moreno) a differenza dello Psicodramma, non s’interessa tanto del mondo interno del singolo individuo, quanto di tutte quelle dimensioni che appartengono a tutti gli individui di una determinata categoria o realtà sociale. Ossia si occupa di ruoli sociali, culturali e delle loro rappresentazioni, ossia il modo di immaginarli, percepirli, viverli e metterli in atto.
Temi di drammatizzazione nel Sociodramma possono essere: differenze di sesso; conflitti generazionali o razziali; pregiudizi verso determinate categorie, quali carcerati o malati di mente; oppure relazioni di coppia, di famiglia, di convivenza, di comunità.
Nella pratica, in un laboratorio di Sociodramma non ci sta un singolo protagonista impegnato nelle sue singole storie/scene rappresentate e un certo numero di persone calate nel ruolo dei vari personaggi della scena/storia portata da un singolo protagonista, ma l’intero gruppo è coinvolto sempre come protagonista nell'azione e nella messa in scena di volta in volta di tutte le rappresentazioni che riguardano una situazione di gruppo.
Il Sociodramma può essere un potentissimo strumento formativo e può aiutare una maggiore e più profonda comprensione di tematiche rilevanti e relazionali all'interno di una determinata comunità o società.

La Teatroterapia è una modalità particolare di attività di gruppo che privilegia la gestualità, i movimenti del corpo, la suggestione musicale, la danza e l'uso della voce in funzione espressiva.
Questa disciplina trova di suoi fondamenti nella pratica teatrale dell'avanguardia del primo e secondo Novecento (soprattutto Stanislavskij, Mejerchol'd, Grotowski, Barba) e nelle modalità gruppali di orientamento psicodinamico.
L'esperienza della Teatroterapia consiste nella messa in scena di vissuti emotivi e cognitivi nel qui e ora attraverso mezzi espressivi di carattere teatrale.
Gli esercizi di Teatroterapia sono importati dall'attività teatrale e sono quindi lontani dal mondo reale, questo non vuol dire che non ci siano vissuti personali e la drammatizzazione di essi, anzi, ma vengono esperiti in un modo sempre lontano dal contesto reale.
Lo Psicodramma si distingue dalla Teatroterapia in quanto consente all'attore/personaggio di improvvisare spontaneamente una parte di sé ispirata alla sua vita vera. Il contesto, i personaggi, sono sempre riferibili alla vita vera o ad aspettative, fantasie attinenti ad essa.
La Teatroterapia non produce diagnosi, né interpretazioni psicologiche (diversamente da alcune applicazioni dello Psicodramma e del Sociodramma), ma rafforza nuove visioni di sé, pertanto non può sostituire cure psicoterapeutiche, ma le affianca.
Il Sociodramma si distingue dalla Teatroterapia in quanto nel primo si esteriorizzano i fenomeni culturali. Nel gruppo di Sociodramma infatti si vive un contesto sociale in miniatura dove i rappresentanti sono due, la società ed i personaggi che la caratterizzano nei loro ruoli standard: il politico, il giornalista, l'operaio, il bancario, il ladro, il prete, il rabbino, il monaco buddista, l'extracomunitario, l'africano, etc., etc. 
La Teatroterapia invece non è caratterizzata dalla rappresentazione dei ruoli sociali e culturali.
A riguardo occorre aggiungere che tanto lo Psicodramma che il Sociodramma sono sempre caratterizzati dalla rappresentazione di un ruolo e dalla sua inversione con un altro personaggio del gruppo che drammatizza. Pratica che invece non caratterizza in particolar modo la Teatroterapia. 
La Teatroterapia così come le altre Artiterapie (scultura, musica, pittura, ecc.) viene usata dal conduttore di Psicodramma e Sociodramma per favorire la spontaneità, la creatività e la fiducia di gruppo.
Nella Teatroterapia la persona si prepara al lavoro vero e proprio di Psicodramma e Sociodramma, grazie alla possibilità di mettere in gioco se stesso in modo lontano dal contesto reale e grazie all'allenamento nell'uso del corpo, nel movimento, nell'espressività di sé. Solo dopo aver eliminato le proprie resistenze all'azione spontanea e coll'instaurazione di un clima di fiducia si potrà incominciare a rappresentare nello Psicodramma e nel Sociodramma qualcosa con meno inibizioni e blocchi. 
L'uso della Teatroterapia come anticamera dello Psicodramma e del Sociodramma non vuol dire che essa non sia una disciplina a sé stante (così come le altre Artiterapie) e che non sia in qualche modo essa stessa fautrice di cambiamento, ma, mentre lo Psicodramma e il Sociodramma vanno a toccare immediatamente il problema personale o che riguarda un determinato gruppo di persone, in Teatroterapia il percorso è più indiretto e in qualche modo più graduale e lento.
Sociodramma, Psicodramma e Teatroterapia e con essa le altre Artiterapie possono inoltre trovare campi diversi di applicazione, dove l'una è più efficace dell'altra o dove spesso il connubio fra queste discipline è la migliore via per accedere alla conoscenza.
Mi sto perfezionando nel metodo PDE-I (Psicoterapia dinamico-esperienziale intensiva), eccellente prassi psicoterapica derivante dalla metodologia ISTDP (Psicoterapia dinamico-breve intensiva) di H. Davanloo.

La Psicoterapia Dinamico Esperienziale Intensiva ha una modalità di cura molto "intensa", per questo risulta particolarmente incisiva e breve.

È una psicoterapia che, per poter funzionare, ritiene indispensabile creare una relazione interpersonale autentica tra paziente e curante. Dentro questo spazio relazionale il terapeuta aiuta il paziente a entrare in contatto con tutte le sue emozioni. È questa esperienza emozionale lo strumento principale per comprendere le cause della propria sofferenza e i meccanismi patologici che la perpetuano. Non solo per "capire", ma anche per "innescare" il proprio potenziale riparativo (le risorse) ed avviare il processo di guarigione.

La Psicoterapia Dinamico Esperienziale Intensiva o PDEI, oltre che intensiva, è esperienziale e dinamica.
È esperienziale poiché facilita l'esperienza fisica (corporea) e mentale (rappresentazioni, pensieri e fantasie) di sentimenti, affetti, emozioni, impulsi e desideri. 
È psico-dinamica poiché si basa sulla teoria del conflitto e del transfert per comprendere il senso dei meccanismi mentali responsabili della umana sofferenza, così come della felicità.

L'obiettivo ultimo della PDEI è di conseguire, in un tempo ragionevolmente breve, un livello adeguato di integrazione, felicità personale e buon adattamento al contesto interpersonale, sociale e culturale della persona. L'origine della PDEI parte dal pensiero e dalla ricerca di Franz Alexander(1946) che per primo perseguì esplicitamente l'obiettivo di rendere la psicoterapia analitica "più breve e più efficace". Ugualmente importanti sono stati i contributi di Sandor Ferenczi, Otto Rank e Wilhelm Reich. Dagli anni '60 in poi del secolo scorso vanno ricordate le ricerche cliniche di David Malan e Habib Davanloo, "padri fondatori" delle terapie dinamico-esperienziali.

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